04/02/11

Commedia dell'arte

Marchere appartenenti alla zona di Bergamo.
La Commedia «dell'arte» si chiamò così, perché i suoi attori, per la prima volta dopo un millennio e più, erano attori « di mestiere ». Nacque alla metà circa del Cinquecento. Venne chiamata commedia all'improvviso o a soggetto (canovaccio) giacché era reciatata a partire da un abbozzo di trama che l'improvvisazione degli attori riempiva di monologhi e dialoghi. Gli attori interpretavano un ruolo o maschera che di solito aveva delle particolarità a seconda il personaggio. Per la zona di Bergamo spuntano i servi Brighella e Arlecchino.

Brighella: deriva dalla tradizione degli antichi mimi. Il suo appellativo proviene dal verbo 'brigare'  intrigare, darsi da fare, con ogni mezzo, per raggiungere un obiettivo.
Brighella non fa solo il servo come Arlecchino, ma un'infinità di altri mestieri, più o meno leciti ed onesti. Così si ritrova sempre in mezzo a svariati intrighi. Elementi caratteristici del personaggio sono la prontezza e l'agilità della sua mente, per escogitare inganni e preparare trappole in cui far cadere il prossimo, tutto questo solo per il gusto stesso di imbrogliare gli altri. E' intrigante, molto furbo e senza scrupoli. Brighella inoltre è un tipo bugiardo, racconta frottole con sicurezza e convinzione che è quasi impossibile distinguerle dalla verità. Inoltre è molto abile nel cantare, suonare e ballare. Viene raffigurato La giacca e i pantaloni sono decorati di galloni verdi; ha le scarpe nere con i pon pon verdi.
Il mantello è bianco con due strisce verdi, la maschera e il cappello sono neri.
Il suo nome è entrato nell'uso comune, infatti 'fare il brighella' significa comportarsi in un modo poco serio.
 
Arlecchino: è una delle maschere più famose della Commedia dell'Arte. Di probabile origine francese. Nasce nella zona più povera di Bergamo, la Bergamo bassa contrapposta a quella alta dove è nato Brighella. È il servo furbo e sciocco, ladro, bugiardo e imbroglione, in perenne conflitto col padrone e costantemente preoccupato di racimolare il denaro per placare il suo insaziabile appetito. Col passare del tempo il carattere del personaggio andò raffinandosi: l'aspro dialetto bergamasco lasciò il posto al più dolce veneziano, l'originaria calzamaglia rattoppata divenne via via un abito multicolore col caratteristico e ricercato motivo a losanghe, ingentilirono gli originari lineamenti demonici della maschera nera, così come la mimica e la gestualità.
Era innamorato di una servetta chiamata Colombina.
Se volete vedere tutte le maschere vi consiglio visitare: http://www.teatrodinessuno.it/maschere-commedia-arte 
(da cui si è presa parte dell'informazione e da Maschere italiane nella Commedia del'Arte di Antonella Grignola)

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